Rassegna stampa
Il sovraffollamento, la carenza del personale e degli agenti di Polizia penitenziaria, la necessità di maggiori risorse per interventi strutturali e per lo sviluppo di percorsi di reinserimento lavorativo mirati alle richieste del mercato occupazionale, la possibilità di sviluppare progetti di assistenza almeno nel primo periodo di ritorno alla libertà. Sono solo alcuni dei temi affrontati oggi nel corso dell’iniziativa “100 tappe”, il viaggio di ascolto e lavoro del Consiglio regionale attraverso il territorio lombardo, programmato con l’obiettivo di fare il punto su problemi e situazioni particolari. L’intera giornata è stata dedicata alle problematiche dei detenuti, alla luce della revisione della legge regionale n.8 del 2005 in materia di politiche carcerarie, che sarà prossimamente all'attenzione della Commissione. La delegazione guidata dal Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, insieme ai componenti della Commissione speciale sulla Situazione Carceraria presieduta da Fabio Fanetti, ha visitato gli istituti penitenziari milanesi del Beccaria e di San Vittore, incontrando alcuni detenuti e confrontandosi con i direttori delle carceri, i rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, gli agenti di Polizia penitenziaria e gli operatori carcerari. Erano presenti, oltre ai Presidenti Cattaneo e Fanetti, il Consigliere Segretario Eugenio Casalino (M5Stelle), i Consiglieri regionali Carolina Toia (Lista Maroni), Mario Mantovani (FI), Fabio Pizzul (PD), Michele Busi, Silvia Fossati e Daniela Mainini (Patto Civico).
Il sovraffollamento, la carenza del personale e degli agenti di Polizia penitenziaria, la necessità di maggiori risorse per interventi strutturali e per lo sviluppo di percorsi di reinserimento lavorativo mirati alle richieste del mercato occupazionale, la possibilità di sviluppare progetti di assistenza almeno nel primo periodo di ritorno alla libertà. Sono solo alcuni dei temi affrontati oggi nel corso dell’iniziativa “100 tappe”, il viaggio di ascolto e lavoro del Consiglio regionale attraverso il territorio lombardo, programmato con l’obiettivo di fare il punto su problemi e situazioni particolari. L’intera giornata è stata dedicata alle problematiche dei detenuti, alla luce della revisione della legge regionale n.8 del 2005 in materia di politiche carcerarie, che sarà prossimamente all'attenzione della Commissione. La delegazione guidata dal Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, insieme ai componenti della Commissione speciale sulla Situazione Carceraria presieduta da Fabio Fanetti, ha visitato gli istituti penitenziari milanesi del Beccaria e di San Vittore, incontrando alcuni detenuti e confrontandosi con i direttori delle carceri, i rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, gli agenti di Polizia penitenziaria e gli operatori carcerari. Erano presenti, oltre ai Presidenti Cattaneo e Fanetti, il Consigliere Segretario Eugenio Casalino (M5Stelle), i Consiglieri regionali Carolina Toia (Lista Maroni), Mario Mantovani (FI), Fabio Pizzul (PD), Michele Busi, Silvia Fossati e Daniela Mainini (Patto Civico).
"I dati che
emergono dalle ricerche svolte da Éupolis presentano un nuovo quadro del
sistema carcerario in Lombardia. Abbiamo voluto dare nuovo spazio a questa
riflessione con una seduta tematica delle 100 Tappe perché sono diventati ormai
urgente un aggiornamento e una revisione della legge 8. Come Consiglio
regionale vogliamo lavorare, dati alla mano, su questo tema per agire in questa
direzione", ha affermato il Presidente Cattaneo che ha ricordato come
l'iniziativa di oggi cada nella giornata del 25^ anniversario dell'arresto di
Mario Chiesa che aprì l'epoca di Tangentopoli.
La mattinata si è aperta con la visita al Carcere minorile Cesare
Beccaria nel
quartiere Giambellino; la delegazione consigliare è stata accolta dalla
direttrice Olimpia Monda e dalla
dirigente del Centro di Giustizia minorile della Lombardia Flavia Croce. Nella
struttura attualmente sono rinchiusi 44 detenuti di cui 10
di età compresa tra i 21 e i 25 anni, divisi prevalentemente fra rom, latinos
e figli di ‘ndranghetisti, con accuse che vanno dallo spaccio alla rapina,
dall'omicidio allo stupro.
Nel pomeriggio si è tenuta la visita al Carcere di San
Vittore, il terzo
della Lombardia per capienza e numero di detenuti, dopo Bollate e Opera, con
una capienza regolamentare di 750 posti: attualmente vi sono recluse
circa 930 persone, di cui il 10% donne; il 61% dei detenuti sono
di nazionalità straniera, il 26% tossicodipendenti.
La sala polivalente dell’istituto carcerario ha ospitato un forum
tematico sul tema “Come si trasforma il carcere, interazione carcere
e città: giovani, diritti, reinserimento e lavoro”. Il forum è stato
aperto dai saluti della Direttrice del carcere Gloria Manzelli e del
Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Luigi Pagano;
dopo gli interventi del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo
e del Presidente della Commissione Carceri Fabio Fanetti, è stata
presentata la ricerca “Sostegno al reinserimento sociale e lavorativo”
a cura dell’Università degli Studi di Milano e di Éupolis Lombardia, con le
relazioni di Raffaele Monteleone e Luigi Nava. A seguire la tavola
rotonda con il coinvolgimento, oltre che della direttrice Manzelli, di Manuela
Federico Comandante della Polizia Penitenziaria di San Vittore e di Cesare
Lari responsabile della Medicina Penitenziaria. Nel dibattito finale sono
stati coinvolti i rappresentanti delle più significative associazioni e realtà
sindacali, socio-assistenziali e della sicurezza che operano a stretto contatto
con il mondo delle carceri. Le conclusioni sono state affidate a Raffaele
Cattaneo, Fabio Fanetti e Luigi Pagano.
"Dobbiamo fare
entrare la società civile nelle carceri, perché nessun percorso di
reinserimento sociale e lavorativo potrà essere davvero efficace senza il
consenso e il contributo diretto della stessa società civile" ha
sottolineato Fabio Fanetti, ricordando come nella capacità del perdono sta la
forza di una società veramente civile.
"Altro tema fondamentale - ha concluso Fanetti - sarà quello delle risorse, sul cui reperimento lavoreremo in modo
approfondito in Commissione consapevoli della necessità di assicurare il più
ampio ventaglio possibile di percorsi formativi in ambito lavorativo e
occupazionale".
Dati e numeri dei detenuti nelle carceri lombarde
Complessivamente, secondo i dati forniti dal Dipartimento di
Amministrazione penitenziaria (DAP), nei 18 istituti penitenziari lombardi,
al 31 dicembre 2016 risultavano reclusi 7.814 detenuti a fronte di una capienza regolamentare
complessiva stimata in 6.120 posti. Il 46,2% è di nazionalità straniera, il
31,7% è tossicodipendente. Le donne detenute sono il 4,6% del totale: esistono
sezioni femminili solo nelle carceri di Bergamo, Bollate, Verziano, Como,
Mantova, San Vittore e Vigevano. Il 15,1% dei detenuti in Lombardia è in attesa
di primo giudizio, mentre il 66,7% ha già ricevuto una condanna definitiva Su
5504 detenuti già condannati, più della metà (2292 persone) deve scontare pene
inferiori ai 3 anni, il 48% dei quali (1.116 persone) addirittura inferiore a
un anno: gli ergastolani sono 258, sono 66 i detenuti che devono ancora
scontare più di 20 prima di tornare in libertà. La Lombardia è la regione
italiana con il più alto numero di detenuti, seguita dalla Campania
(6.887), dal Lazio (6.108) e dalla Sicilia (6.032): da sole, queste quattro
regioni raggiungono la metà della popolazione detenuta in Italia. La Campania è
quella con la più bassa incidenza di stranieri (13,1%), mentre con il suo
46,2% di detenuti stranieri la Lombardia ha l’incidenza più alta. A fronte di
un indice nazionale medio del 108,8%, in Lombardia l’indice di
sovraffollamento medio è pari al 127,7%, comunque in diminuzione
rispetto agli anni precedenti dopo che nel 2010 aveva superato il 168%.
Notevoli le differenze che si riscontrano a questo proposito sul territorio
regionale: ci sono istituti penitenziari con un indice di sovraffollamento al
di sotto della soglia, come quello di Sondrio (69%) e quello di Bollate
(94,9%), mentre a Verziano (BS) e a Como l’indice di
sovraffollamento supera addirittura il 180%.
Le politiche regionali per le carceri
Come
evidenziato nella ricerca presentata oggi, dall’approvazione della legge regionale
n.8 del 2005, Regione Lombardia ha stanziato 25 milioni di euro per le
politiche carcerarie. Di questi circa 3 milioni sono stati destinati
esplicitamente alla costituzione, formazione e implementazione della figura
dell’agente di rete (operatore che si affianca al personale educativo
per facilitare il reinserimento sociale dei detenuti), mentre oltre 22 milioni
sono stati destinati all’attuazione dei Piani di intervento predisposti
dalle Aziende Sanitarie Locali. In merito alle politiche di inclusione
sociale finanziate attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE), Regione Lombardia
ha attivato dal 2008 al 2013 anche un’apposita linea della dote formazione e
lavoro, denominata dote “soggetti deboli”, dedicata alle persone
tra i 16 e i 64 anni soggette a restrizione della libertà o ammesse a misure
alternative alla pena detentiva. La dote si somma ai progetti di formazione e
inserimento lavorativo finanziati attraverso i Piani ASL. Le risorse destinate
alla dote “soggetti deboli” superano gli 11 milioni di euro. Nel
triennio 2011-2013 le doti attribuite sono state 2.468 (87% per progetti
di riqualificazione e 13% per progetti di ricollocazione). I beneficiari
raggiunti (in totale 2.309) sono principalmente maschi (90,5%), con età
media di quasi 37 anni. I destinatari degli interventi dei Piani ASL
relativi al biennio 2014‐2015,
sono stati invece 6.259 (detenuti o soggetti a misure alternative) e
rappresentano il 33% dei potenziali destinatari, considerando tutti i detenuti
della Lombardia con un residuo di pena inferiore ai tre anni e tutti i soggetti
che usufruiscono di una misura alternativa alla detenzione. Lo studio ha
riscontrato che gli interventi regionali faticano ad intercettare le fasce più
vulnerabili come i senza fissa dimora, gli stranieri privi di rete sociale e i
tossicodipendenti.